La scrittura è un percorso,
l’officina è il luogo in cui lo si percorre mettendosi in tasca i ferri del mestiere

L’Osservatorio sul racconto Cattedrale, prima e unica realtà che si pone l’obiettivo di monitorare e diffondere la narrativa breve, ha dato vita a una comunità di lettori, autori e aspiranti autori, ormai radicata da dieci anni. Intorno al racconto e alle forme brevi, con Cattedrale come crocevia, si è creato un grande dibattito e un faro più attento e mirato sul racconto in tutte le sue forme. Collateralmente alla sua attività di investigazione, intorno all’Osservatorio si è creata una comunità di lettori e autori in cerca di spazi e occasioni di crescita, che ha dato vita all’attività formativa di Cattedrale che nel suo momento di maggiore maturità sfocia, nel 2024, in questa Officina. Incontri, spazi di discussione, seminari, workshop, e poi corsi più o meno lunghi, sono stati la risposta che Cattedrale, in nove anni di formazione, ha dato a una richiesta spontanea, un’urgenza nata dalla effettiva mancanza di specificità e spazio dedicati a chi scrive narrativa breve (ma a chi scrive in generale).

Il racconto non è il trampolino di lancio per arrivare al romanzo - come per molto tempo si è pensato, creando un equivoco che ha pregiudicato il destino di questa forma. La forma breve è, invece, uno spazio sperimentale di grande potenzialità, che aiuta chi scrive a impossessarsi degli strumenti della narrazione a tutto tondo.
Come dire che chi impara a scrivere buoni racconti, impara i segreti più efficaci della narrativa, dal momento che il racconto è, per sua natura, una creatura sofisticata, complessa, profondamente articolata.
E. L. Doctorow paragonava, infatti, il romanzo al dipinto e il racconto al bozzetto: qualcosa di non immediatamente accessibile se non si posseggono gli strumenti adatti, ma di grande efficacia e completezza se li si sa maneggiare - sia come creatori che come fruitori.
Da questa sua specifica, articolata postura - la sua portata sperimentale, il suo delicato equilibrio formale e strutturale, l’efficienza che richiede in termini di competenze sia da parte degli autori che dei lettori, la sua grazia dirompente e definitiva - il racconto è il luogo in cui qualsiasi autore può trovare, ricercare, creare e potenziare la propria pratica narrativa.

Il racconto è, a tutti gli effetti, un’officina.
In cui l’autore, dal più inesperto a quello più rodato, apprende e continua ad apprendere la sua pratica di scrittura.

Da questo articolato stato del racconto e dall’uso che lo scrittore ne fa, nasce la nostra idea di Scuola: una bottega dove acquisire gli strumenti del mestiere, perfezionarli, potenziarli e accudirli.
Un’officina, appunto, dove la pratica e la teoria non si scostano, ma contribuiscono alla formazione di qualsiasi tipo di autore, attraverso percorsi variegati e articolati, secondo le esigenze di ciascuno. Dai più brevi ai più lunghi, dai corsi annuali alla Master più articolata e complessa.

Ferri del mestiere, dicevamo, ma per noi conta moltissimo anche un aspetto molto importante della scrittura, che, spesso, è tenuto di poco conto perché è più difficile da affrontare: le ombre. Quella negoziazione di cui Margaret Atwood parla a proposito delle complessità invisibili che lo scrittore è chiamato ad affrontare: frustrazioni, speranze, demoni, dubbi, processi emotivi, lavoro di scavo e di attraversamento. Tutti aspetti che nella nostra officina sono accolti, curati e potenziati, al pari degli altri.
Poiché insegnare a costruire una storia, forse, non è la cosa più difficile: il difficile è riuscire a fare Letteratura.

Per questo il nostro metodo, ormai rodato da anni, è quello di avvicinare gli autori e i lettori alla scrittura, fornendo loro le competenze necessarie, ma anche accompagnarli nel processo complesso che fa di un individuo uno scrittore.
Un metodo niente affatto frontale e accademico, ma immersivo e sinergico, visto che la letteratura non è qualcosa di assimilabile in modo oggettivo, ma che deve tenere conto di ciascuna vita che si mette in gioco. Molto, molto tempo e spazio è dedicato, infatti, a ciascun allievo nel suo specifico e soggettivo percorso di acquisizione, di crescita, di potenziamento.

Non ci interessa sfornare talenti, ci interessa trovare voci letterarie, e dare loro un’opportunità di crescita e di affermazione.